Il lavoro prodotto dal tirocinante non rispecchia necessariamente le convinzioni del Risk Team o della Redazione del Sito ma rappresenta il risultato del suo lavoro di ricerca.
Viene qui pubblicato affinché i futuri colleghi possano confrontarsi con lui e contribuire al suo lavoro tramite opportuni suggerimenti e commenti.
Uno dei fondamenti su cui si è basato il rapporto con Italferr, fin dal primo giorno, è stato il reciproco accordo che, la collaborazione ai fini della tesi, dovrà creare valore per entrambe le parti. Il team, attraverso un sostegno e un aiuto continuo verso il tesista, lo accompagna per tutto il suo percorso di tesi, oltre che formarlo dal punto di vista delle conoscenze e delle competenze; dall’altra parte, il tirocinante, potrà creare valore per il team in diversi modi.
Non si tratta solamente di ciò che si apporta, ma anche di quanto ciò comporti in termini di costi. Creare valore significa generare un beneficio per il team di appartenenza, ma sempre tenendo in considerazione il costo associato a tale contributo.
Da un ragazzo che si interfaccia per la prima volta con il mondo del lavoro e con argomenti oggettivamente complessi, è chiaro che ci si aspetti degli errori, fa parte del gioco e della crescita personale, ma affinché il tempo trascorso a collaborare non sia vano, è importante che dagli errori si possa imparare.
Uno degli aspetti più importanti per un tirocinante, che lo distingue dagli altri colleghi, è il tempo che ha a disposizione, che permette di ridurre il costo del contributo. Sfruttando il proprio tempo in modo efficiente ed efficace, per effettuare ricerca, e non solo, si sta direttamente generando valore per l’intero team.
Mettendo a disposizione le proprie competenze, uno studente può creare valore cercando articoli e documenti utili, che potranno essere sfruttati dal team per effettuare studi successivi, o mettendosi a disposizione per compiti che contribuiscono al successo del team.
Nonostante la mancanza di esperienza, uno studente può contribuire con una crescita esplosiva, imparando dagli errori commessi e sviluppando spirito critico; ciò darebbe valore al tempo investito dal team sulla sua formazione. Allo stesso tempo, portarsi dietro dubbi ed errori può generare molto lavoro supplementare sia per il tirocinante che per l’intero team, per cui, fornire assistenza ad altri tirocinanti, può far risparmiare tempo al team e rappresentare un importante momento di confronto e allineamento delle idee, generando entusiasmo e voglia di fare, sebbene siano necessari tanta curiosità e voglia di imparare.
E’ fondamentale comprendere l’ambiente di cui si fa parte e le sue dinamiche, affinchè ci si possa sentire parte del contesto.
La gioventù offre l’opportunità di ottenere informazioni da molte persone, come ad esempio professori e colleghi; questo non solo crea valore personale ma può essere condiviso con il team.
Ogni tesista dovrebbe individuare le proprie abilità distintive e svilupparle ulteriormente, affinare le proprie competenze specifiche è infatti un altro modo per creare valore, così come lo è costruire una tesi di alta qualità. Una tesi ben studiata e ben presentata, rappresenta un vero asset, che permette di aumentare il prestigio dell’azienda e farsi conoscere fuori dai propri confini.
Anche parlando positivamente dell’azienda e arricchendo il sito web aziendale, creando conversazioni sugli articoli presenti o pubblicarne di nuovi e fornendo commenti costruttivi e intelligenti, contribuisce a migliorare il prestigio dell’azienda e a generare interessanti spunti di conversazione.
Inoltre per creare valore è fondamentale essere umili ed essere pronti a imparare da tutti. Ogni interazione può essere un’opportunità per crescere e contribuire.
Il tirocinio può essere un’opportunità per lo studente ma anche un rischio per l’azienda. È necessario sfruttare al massimo l’opportunità, evitando di diventare un peso. Se il tirocinante non si integra nel team potrebbe generarsi una perdita di valore, e ciò comporterebbe non solo una perdita di tempo, ma anche un aspetto morale negativo che si rifletterebbe sull’intero team.
L’obiettivo deve essere sempre quello di contribuire al successo dell’azienda e crescere insieme a essa.
Nota del Risk Team
Il tirocinante ha lavorato con impegno per produrre questo contenuto. Ci raccomandiamo quindi che i commenti siano tutti costruttivi.
Saranno apprezzati anche commenti molto critici purché ben circostanziati ed accompagnati di suggerimenti che permettano estensioni ed approfondimenti.
Saranno anche apprezzate domande, specialmente da parte di altri tesisti e tirocinanti.
Saranno infine estremamente apprezzate indicazioni riguardanti testi, video, articoli e libri che meritano di essere considerati nello studio dell’argomento.
Articolo interessante, soprattutto perchè viene sottolineato l’impegno e la promessa fatta sia dal tesista/tirocinante che dall’azienda stessa. Un punto su cui vorrei porre l’attenzione è il creare valore. Quando, un tesista/tirocinante, può accorgersi che effettivamente sta creando valore per l’azienda e non la sta “rallentando” (a patto che abbia capito il contesto aziendale)? A tal proposito non sarebbe meglio, sia per il tirocinante che per l’azienda fissare dei “time” d’incontro per capire se tale collaborazione dovrebbe proseguire o terminare? (soluzione che a questo punto non rallenterebbe nessuno, anzi sarebbe meglio per entrambe le parti)
Sarebbe buona cosa, però ci sarebbero alcuni importante problemi pratici.
Primo tra tutti il fatto che quando un tirocinio è iniziato, esso è iniziato ed in ogni caso rimarranno tracce del suo epilogo.
In altre parole, se un tirocinio viene interrotto o viene concluso con un giudizio negativo sul tirocinante, la cosa viene inevitabilmente registrata dalle Risorse Umane. Conseguentemente, quando un tirocinio inizia, è necessario che tutti si impegnino affinché vada bene perché, se così non è, il tirocinante ne ha un danno.
Però parlandone in maniera diretta, anche in qualche incontro piu “confidenziale”, si potrebbe anticipare un RISCHIO. Ovvero quello di avere un danno piu grande di quello che sarebbe stato prima (ad esempio due mesi prima)… quindi anticipare e mitigare quanto meno.
Credo che sarebbero d’aiuto degli incontri di confronto tra il team, non per decidere se il tirocinio debba proseguire ma bensì per discutere su cosa stia funzionando o meno.
Come spiegato nell’articolo, da un ragazzo ci si aspettano degli errori, l’importante secondo me sta nel fargli capire dove sta sbagliando. Dall’altra parte il “rimprovero” deve essere percepito come un stimolo a fare meglio e come un importante suggerimento di crescita professionale.
Si questo mi piace molto, un confronto, un domandarsi ” ma a te cosa sta piacendo” e domande simili. Oppure anche chiedersi tra tirocinanti com’è avrebbero svolto una certa attività e creare un dialogo costruttivo.
Mi trovo in accordo con quanto detto, credo sia essenziale una chiara comunicazione tra le due parti per poter proseguire con le attività in modo fruttifero, collaborativo e sereno.
Credo che sarebbero d’aiuto degli incontri di confronto tra il team, non per decidere se il tirocinio debba proseguire ma bensì per discutere su cosa stia funzionando o meno.
Come spiegato nell’articolo, da un ragazzo ci si aspettano degli errori, l’importante secondo me sta nel fargli capire dove sta sbagliando. Dall’altra parte il “rimprovero” deve essere percepito come un stimolo a fare meglio e come un importante suggerimento di crescita professionale.
In che modo la mancanza di esperienza di uno studente può essere compensata dalla sua dedizione al miglioramento?
L’efficienza nell’uso del tempo è un elemento chiave per la creazione di valore. In che modo il tirocinante può bilanciare la necessità di risultati immediati con la ricerca di opportunità di apprendimento a lungo termine? Come può essere gestito in modo ottimale il tempo?
A mio avviso la gestione ottimale del tempo è frutto di esperienza, se per te un giorno oggi è il tempo ottimo tra una settimana non lo sarà. E solo un approccio, se vogliamo ciclico, ti può aiutare a rispondere alla domanda del tempo ottimale. Poi c’è da soffermarsi anche su altri aspetti, come l’attitudine alla ricerca(quindi si ritorna al discorso di comprendere le proprie abilità) se alla persona X basta 1 ora e alla persona Y servono 4 ore per trovare un articolo o altro interessante non significa che X ha fatto meglio di Y. Semplicemente Y avrà altre capacità che X non avrà. Infine, per risponderti alla prima domanda che hai posto, ci dev’essere da parte del tirocinante quella voglia ( che dovrebbe venir fuori anche dal team stesso) di raggiungere una certa conoscenza e rincorrere continuamente nuovi concetti senza fermarsi mai…facendo un paragone con la tecnologia no, evolve e s’innova continuamente, allora anche noi dovremmo innovare continuamente la nostra conoscenza
Sono d’accordo che la gestione del tempo è frutto d’esperienza. Credo tuttavia, che specialmente all’inizio del percorso intrapreso, ci si trovi ad affrontare delle difficoltà proprio sulla ricerca del materiale utile alla formazione. Potrebbe essere una buona idea, per ottimizzare il tempo e di conseguenza creare valore aggiunto, quella di creare dei file condivisi internamente in cui raccogliere il materiale trovato ed utilizzato precedentemente ad esempio per la stesura delle tracce. Ovviamente è un lavoro che viene in parte già fatto attraverso questo sito web, ma credo che, attraverso un continuo confronto tra tesisti e tirocinanti attuali, si possano raccogliere articoli e libri e renderli disponibili a quelli futuri. Non dovrà essere poi utilizzato passivamente, ma dovrà essere da stimolo per continuare a fare ricerca in modo più consapevole.
Mi piace molto che la meditazione su questo argomento porti alla definizione di idee pratiche come questa proposta di Irene.
Alla fine, se ci pensate, la creazione di valore passa attraverso la definizione di piccoli passi possibili a cui segue una immediata messa in pratica.
Ognuno di noi ha punti di forza e di debolezza. La mancanza di esperienza è un punto di debolezza inevitabile in un ragazzo o una ragazza che si è appena laureato.
Però esistono anche altri punti di forza che bisogna trovare e sfruttare.
Una volta che si sarà creato valore sfruttando i punti di forza, si avrà la tranquillità necessaria a lavorare sui propri punti di debolezza creando quel processo di miglioramento continuo che ci rende tutti migliori.
Certamente, è necessario non mollare mai e tenere alto il livello dell’impegno. E’ anche necessario essere disposti a stancarsi e, quando un approccio non funzione, avere il coraggio di abbandonarlo e dedicarsi ad un approccio alternativo.
Come giusto che sia ogni ragazzo/a ha il suo punto di forza e debolezza, dove siamo d’accordo che la mancanza è uno di quelli (ma temporaneo). Allora anche per creare valore all’azienda stessa non sarebbe opportuno, all’ingresso della scelta dei tirocinanti, effettuare anche una selezione? trovando ad esempio dei criteri che un tirocinante secondo l’azienda dovrebbe possedere fin dall’inizio? …E’ una domanda che potrebbe tranquillamente essere discordante con la cultura aziendale ovviamente, però d’altro canto potrebbe essere una scelta sostenuta e modificata seguendo magari la norma ISO 17024 (anche in maniera piu soft)
L’idea che avevamo era quella di mettere a punto, su questo sito, un percorso di autoformazione da completare prima del tirocinio.
In questo modo lo studente ha la possibilità di capire se la materia da trattare “non fa per lui”.
Inoltre, nel colloquio iniziale, potrebbe essere per noi possibile valutare il livello di profitto con il quale è stato fatto questo percorso.
Se il tirocinante/tesista dovesse essere respinto spero capisca che in realtà è un aiuto la selezione per far comprendere quello per cui lui stesso è propenso. Potremmo dire quindi che anche questo genererà valore no? poichè eviterà persone che magari non hanno nessun interesse con il rischio di essere solo un “peso” all’azienda
In realtà, l’azienda ha le spalle larghe.
Quello che conta è fare tutto il possibile per tutelare i ragazzi e le ragazze che si affidano a noi evitando che si imbarchino in progetti che poi non riescono a concludere.
Sarebbe interessante capire (anche perchè mi interessa particolarmente) un aspetto ovvero:
penso che nel corso degli anni l’azienda in generale abbia avuto a che fare con molti tesisti/tirocinanti, allora esistono delle difficoltà comuni in tutti questi? esistono errori che tendono a ripetersi che magari sono mancanze collettive? La risposta potrebbe essere utile per i prossimi tesisti/tirocinanti magari
Piccolo spunto di riflessione leggendo il post e i vostri commenti: un tesista, e più in generale un qualsiasi individuo, crea valore solamente attraverso il materiale prodotto o ricercato?
Inoltre, si parla sempre di creazione di valore del tesista per l’azienda, ma mi sorge un dubbio, la creazione di valore può essere univoca?
Mi spiego meglio: il tesista crea valore per l’azienda, ma nello stesso momento crea valore anche per se stesso. La creazione di valore può essere vista come creazione “assoluta” di valore?
Penso che la creazione del valore non si riferisca esclusivamente al materiale prodotto o ricercato, ma a tutto ciò che fà cresce (anche di poco) il singolo individuo e/o l’azienda, uno scambio d’idee potrebbe creare valore, la diversa visione su un dato argomento, anche la diversa formazione dei tesisti e membri del team ( formazione in continua evoluzione data negli anni e da diversi docenti)…tutto ciò che crea una crescita può essere definita creazione di valore. L’importante è non “creare falso valore” che vien fuori da notizie ed informazioni non attendibili, queste rappresenterebbero un vero e proprio danno “nascosto”. Per quanto riguarda l’univocità della creazione del valore bhe a mio avviso è sempre bidirezionale, in un modo o nell’altro tutti crescono (e la mancanza di quest percezione potrebbe esser data dal fatto che una parte ci guadagna piu dell’altra)