Le società di ingegneria coinvolte nella costruzione di grandi opere pubbliche, e specialmente di sistemi di trasporto, stanno affrontando nuove sfide: l’Unione Europea, tramite il PNRR, sta imponendo un modo diverso di commissionare i progetti, imponendo una maggiore rigidità sulla data di completamento.
La grande quantità di progetti ha generato un aumento dei carichi di lavoro ed una saturazione dell’apparato produttivo delle società di ingegneria e dei loro fornitori.
Inoltre, i nuovi requisiti di sostenibilità, derivanti da questioni ambientali, geopolitiche e macroeconomiche, porteranno ad una modifica dei sistemi di trasporto che saranno sempre più smart e connessi.
In questo contesto, diventa fondamentale essere in grado di rispettare requisiti che cambiano nel tempo, provenienti da diversi stakeholder e relativi a molteplici obiettivi (funzionali, ambientali, sociali o derivanti da motivi di opportunità geopolitica).
Di fronte a questa sfida, il vecchio modo di progettare, basato su disegni, descrizioni funzionali e verifiche, mostra tutti i suoi limiti di flessibilità di fronte all’incertezza ed all’evoluzione del contesto, infatti, richiede troppo lavoro e genera deliverables che non si adattano alla capacità di comprensione ed alle esigenze di comunicazione dei diversi stakeholder.
Diviene, quindi, quantomai opportuna l’adozione di soluzioni tecniche che, data la velocità dell’evoluzione tecnologica e del contesto, devono attingere alle ultimissime novità disponibili sul mercato e devono poter essere anch’esse modificabili con facilità e prontezza.
Il nuovo modo di lavorare richiede di fronteggiare quattro requisiti sfidanti che sono:
- la capacità di prevedere eventi diversi da quelli già previsti (e di stimarne l’impatto sui risultati finali),
- la flessibilità nel rilevare e reagire agli eventi previsti,
- la capacità di creare valore per stakeholder con interessi molto diversi
- e la capacità di comunicare il valore creato a stakeholder che comprendono linguaggi molto differenti.
Oltre a consolidate esperienze nell’ambito dell’ingegneria, poche società saranno in grado di vantare una leadership negli ambiti della progettazione tramite BIM (che permette processi di valutazione e verifica molto flessibili e performanti), del Risk Management (che permette di valutare la suscettibilità dei progetti nei confronti di possibili eventi inaspettati), del Value Engineering (che permette di misurare e modificare il valore dell’opera progettata e realizzata) e dello Stakeholder Management (che permette di comunicare all’esterno i benefici generati).
Quasi sicuramente, queste società staranno sperimentando nuovi modi di lavorare in remoto (Smart Working), nuovi strumenti di ispezione, rilievo e raccolta ed elaborazione informazioni (Droni, Sensori con IA, IoT) e conseguente disponibilità di grandi quantità di informazioni, nuovi modi di sintetizzare ed elaborare grandi quantità di informazioni (Artificial Intelligence e Large Language Model).
Chiaramente, chi innova, è condannato a vivere in «terra incognita» ed al di fuori della propria area di comfort.
Tuttavia,
- in un tempo in cui il contesto evolve autonomamente e con una così alta velocità,
- se si dispone di una buona metodologia di gestione del rischio legato all’innovazione,
il più grosso rischio legato all’innovazione… è che qualcuno innovi più velocemente ed efficacemente di te.
Esiste una teoria, sviluppata da W. Chan Kim e Renée Mauborgne nel libro “Strategia oceano blu. Vincere senza competere”, secondo la quale i mercati in cui operano le imprese di qualsiasi tipo sono come due oceani, uno rosso e uno blu.
L’oceano rosso rappresenta tutti i settori già esistenti, lo spazio di mercato conosciuto, dove i confini sono ben definiti. In un mondo dove le aziende tentano di superare le performance dei competitor per rosicchiare una quota sempre più piccola di mercato, si assiste ad una competizione sempre più feroce.
L’oceano blu, invece, rappresenta tutti quei settori di mercato inesplorati, dove i confini non sono ancora stati definiti.
La Strategia Oceano Blu consiste nel creare e catturare spazi di mercato inesplorati attraverso la ricostruzione dei confini di un settore, sbloccando così una nuova domanda e generando una crescita profittevole.
Il contesto è talmente cangiante che non è pensabile governarlo senza BIM, IA e Risk Management sviluppati al massimo delle loro potenzialità. Quindi, sarà più che possibile venire superati da altre società più dinamiche e capaci di compensare la loro minore competenza in un qualunque campo specifico (quali, per esempio, la costruzione di ferrovie, strade, impianti etc.) con una maggiore capacità in questi nuovi campi e trovarsi nell’oceano rosso dei fornitori di servizi di supporto alla progettazione.
In conclusione, alcune società si troveranno in una posizione privilegiata per affrontare le sfide dell’innovazione e dell’evoluzione del contesto. Applicando metodologie di gestione del rischio legato all’innovazione e grazie alla loro leadership negli ambiti della progettazione tramite BIM, del Risk Management, del Value Engineering e dello Stakeholder Management, saranno in grado di governare l’inevitabile complessità e di prevedere le implicazioni dei cambiamenti dei contesti tecnologico, economico e sociale.
Inoltre, saranno in grado di sviluppare un progetto dall’inizio alla fine, rimanendo parte di un club ristrettissimo di società in grado di competere nel mercato dell’oceano blu. Continuando a perseguire le nuove attività di innovazione e l’evoluzione del contesto vedranno crescere il distacco dai loro competitor.
Come le società di ingegneria possono misurare l’efficacia delle loro iniziative di innovazione e l’adozione di nuove tecnologie?
Secondo me non si deve parlare di sola efficacia ma bensì di efficacia ed efficienza.
In altre parole, le società misureranno l’efficacia delle loro iniziative di innovazione guardando le quote di mercato che continuano detenere e gli utili che esse continuano a generare (nel senso che l’introduzione delle nuove tecnologie tenderà ad erodere i profitti di coloro che NON le adottano).
In tutto ciò, dovranno mettere in conto i costi del processo di innovazione che si farà sentire nell’EBITDA dell’azienda.
Quindi sarà opportuno si sviluppare evoluzioni del risk management ma anche sviluppare un modello finanziario che tenga conto delle dinamiche competitive e delle esigenze di mercato mentre si cerca di innovare. Ora, se l’adozione di un nuovo approccio sia del rischio che economico sono implementabili internamente, quali sono i fattori esterni, oltre i cambiamenti normativi o pressioni economiche, a cui bisogna prestare attenzione affinché vi sia equilibrio tra efficacia ed efficienza nell’innovazione?
Secondo me sarà necessario risk management su diversi livelli.
Bisognerà fare un’analisi di rischio a livello societario che permetta di valutare l’impatto del l’innovazione sul business nel suo complesso ed un’analisi dei singoli progetti di innovazione che sarà simile al Project Risk Management e misurerà la possibilità di un singolo progetto di avere successo ed impattare positivamente sul business societario.
Perfetto, ritengo giusto fare una specie di doppia analisi, sia da un punto di vista macro che sul singolo progetto.